Libri di Golf
Home ]

 

 

Libri di Golf
di: Massimo Gentilini

Indice:

La letteratura "Golfistica" è veramente molto varia, annualmente negli stati uniti vengono pubblicati almeno 50 titoli nuovi ed esistono varie riviste specializzate, evidentemente c'è la percezione che semplicemente leggendo si possa migliorare nel gioco. Io credo che questo in parte sia vero (anche se un libro non potrà mai sostituire mezz'ora di maestro) e che la lettura di libri possa contribuire a migliorare il nostro gioco. In queste pagine voglio parlare dei libri che ho letto e darvi la mia impressione. Ovviamente, come al solito, se anche voi avete qualche libro da consigliare potete dircelo ed il tutto sarà pubblicato.

Come prima cosa è da notare che, al momento, nessuno dei libri descritti è in italiano, questo perché ha la fortuna di parlare inglese quasi come l'italiano e quindi, da più di 15 anni, ho deciso che non leggo libri tradotti se posso avere l'originale. Se non siete in questa situazione purtroppo dovete cercare le traduzioni (se esistono, cosa difficile), se invece la vostra conoscenza dell'inglese vi permette di leggere direttamente in lingua ve lo consiglio, dato che tra fade, draw, push e pull e compagnia la traduzione spesso risulta molto peggio dell'originale. Per gli acquisti in tutte le grandi città ci sono librerie specializzate che vendono e procurano anche testi in lingua originale (anche se a costi elevati) oppure fate come faccio io e comperate su Internet, io normalmente lo faccio da Amazon.

John Feinstein
A Good Walk Spoiled: Days and
  night on the PGA Tour
Little Brown & Co.
ISBN: 0316277371

John Feinstein è un giornalista sportivo americano abbastanza famoso e, in questo libro, racconta grosso modo un anno di tour PGA vissuto dall'interno. Il modus operandi è abbastanza semplice, per un anno ha seguito il percorso del PGA americano in maniera completa, dalla Ryder Cup (con una menzione nelle prime pagine per la famosa gara persa da Costantino Rocca) all'ultima gara, seguendo tutto il percorso includendo le sessioni di allenamento, le ProAm, i giri di prova e le gare. Quello che viene fuori è una descrizione intensa e forte di quella che deve essere veramente la vita nel PGA. Una vita intensa, difficile, in cui tutti sono amici di tutti (con qualche ragionevole eccezione) ed in cui la competitività è limitata allo scontrarsi con il campo e mai allo scontro personale, dato che le difficoltà del golf sono ampiamente sufficienti. La descrizione è a tratti molto confusionaria, tipicamente ogni capitolo è dedicato ad un torneo ma, dal momento che i giocatori sono tanti, spesso e volentieri si inizia a parlare di Tizio, poi si passa a Caio, ci si riferisce a Sempronio e poi si torna a Tizio, con un discreto livello di confusione. Il libro scorre comunque con una buona rapidità e riesce a mantenere un interesse elevato per tutta la sua durata, cosa anche abbastanza complessa dal momento che i risultati delle gare si sanno già in anticipo. Alla fine del libro uno si rende conto che dietro i 70 colpi della domenica c'è veramente tanto di più di quel poco che si riesce a vedere in televisione o leggere sul giornale e che il mondo del gioco professionistico non è così banale...

Harvey Pennick
Little Red Book : Lessons and Teachings from a Lifetime in Golf
Ed. Fireside
ISBN: 0684859246

Narra la leggenda che Harvey Pennick, uno dei maestri leggendari del Golf americano, teneva un piccolo libretto rosso nella sacca in cui appuntava idee, immagini, storie e tutto quello che gli passava per la testa. Verso la fine dei suoi giorni ha lasciato questo patrimonio di passione in eredità al figlio, che ha provveduto a raccoglierlo, editarlo e pubblicarlo. Quello che è saltato fuori è questo libro piccolo, dimesso ma che contiene tanta, tanta saggezza. Cosa vi devo dire, non è un'opera monumentale, non è nulla di nuovo o diverso, non c'è scritto nulla che nel profondo non sappiamo, ma è una lettura che è veramente facile e che vale la pena di fare. Consigliato.

Dave Pelz
The short game bible
Broadway Books
ISBN: 0-7679-0344-7

Prendete un libro di 427 pagine e dedicatelo solo ed esclusivamente al gioco con i Wedge. Poi aggiungeteci il fatto che Dave Pelz, l'autore, ha fatto la sua fortuna insegnando solo questo tipo di gioco e che tra i suoi allievi ci sono personaggi del calibro di Montgomery, Woosnan, Bob Duval, Janzen, il compianto Payne Stewart ed i nostri Rocca e Scarfiotti e vi renderete conto che queste 400 pagine radunano probabilmente tutto quello che serve sapere su questo tipo di gioco.
Il libro comincia con una storia della vita dell'autore, estremamente leggibile e divertente, storia che ha la funzione di dire che (se già non lo sapete) che il gioco che vi fare lo score è quello sotto i 100 metri di distanza. Questo fatto probabilmente è visceralmente noto a tutti ma Pelz (che nel suo curriculum vanta anche l'aver lavorato alla Nasa) va oltre e lo dimostra in modo scientifico, con dati presi sul campo, correlando ad esempio i guadagni dei giocatori con la loro efficienza sul gioco corto. Fatto questo ed introdotte alcune nozioni di base (e partono circa 100 pagine che servono a farvi diventare dei credenti) il resto del libro è dedicato alla meccanica di questi tiri, partendo dai pitch, per poi spiegare i chip, le uscite dalla sabbia, i vari tipi di tiri particolari e come configurare l'attrezzatura per giocare al meglio in questo tipo di gioco.
In tutto il libro Peltz cerca di dare una teoria complessiva al tutto cercando di creare una vera e propria scuola di pensiero, basata sul fatto di avere 4 wedge nella sacca (picth, gap, sand e lob) e giocando ognuno di questi con 3 aperture diverse (alle 7.30, alle 9 ed alle 10.30 riferendosi ad un orologio) fare in modo di coprire 12 distanze diverse in modo molto preciso. Onestamente non sono ancora arrivato al livello di applicare appieno questa tattica, però credo che applicando anche solo in parte quello che è descritto nel libro il mio gioco corto sia molto migliorato.
Nel complesso credo sia un libro che valga veramente la pena di leggere anche se è estremamente lungo e prolisso, dato che contiene materiale veramente per tutte le tasche, i principianti ne trarranno certamente beneficio, quelli che invece hanno handicap basso troveranno un trattato altamente dettagliato sulla meccanica del gioco corto, anche se forse l'applicazione in toto del gioco proposto da Pelz richiede di cambiare meccanismi che in un buon giocatore sono già troppo radicati.
Altamente consigliato.
Il consiglio migliore che ci ho trovato: anche quando fate un colpo corto (mezzo colpo o anche meno) finite comunque lo swing in maniera completa, questo fa sì che sia estramente difficile far diventare troppo attivi i polsi dato che, volendo completare il colpo con un finish normale, se muovete troppo i polsi è poi impossibile fare il finish.


Bob Rotella
Golf Is Not a Game of Perfect
Simon & Shuster
ISBN: 068480364X

Se siete d'accordo che il Golf al 90% mentale ed al 10% fisico questo è il libro che fa per voi. Il dottor Rotella (con "dottor" inteso nell'accezione americana del termine, ovvero un Ph.D che è grossomodo equivalente al nostro "professore") è uno dei consulenti più famosi al mondo sull'argomento della psicologia sportiva e vanta tra i suoi clienti i Golfisti e gli sportivi più famosi.
In questo libro è raccolta la sua teoria golfistica, ovvero che non esiste un giocatore "perfetto" e che anche i più grandi tra i grandi fanno errori, ed anche spesso, ma sono grandi proprio perché sono in grado di dimenticare questi errori nel più breve tempo possibile e recuperare alla perfezione nel colpo successivo.
Questo capire la nostra fallacità, essere in grado di accettarla per poi massimizzare i risultati alla luce dei nostri errori (che nel Golf sono perdonati in automatico con il meccanismo dell'Handicap) è una cosa che molti non sono in grado di capire ed in questo limite sta il problema di giocare male. L'intero libro è dedicato alla spiegazione di questo semplice concetto (ed in realtà il libro è tutt'altro che corposo, circa 220 pagine in formato ridotto) ed alla gestione psicologica di un giro di Golf (quale tattica adottare, come gestire il gioco) e non è che dica poi molto di nuovo. In realtà tutto il libro è una raccolta di saggezza "spicciola" che tutti, nel nostro conscio o nel nostro inconscio, sappiamo in maniera radicale ma che, come tutte le cose collegate alla psicologia, non siamo riusciti ad esplicitare. In queste 220 pagine vi troverete spesso in delle sensazioni di Deja Vu, in cui direte "cavolo, ma se ho sempre saputo queste cose perché non le ho mai fatte?", ma leggerle (ed in una forma molto lieve e leggibilissima) tutte di un fiato vi farà migliorare.
Ovviamente non è che solo con la psicologia si possa migliorare, però credo che sia coloro che cominciano a fare gare sia coloro il cui obiettivo sia calare di Handicap possano trarre molto giovamento da questa lettura. In generale il libro risulta molto leggibile, dal momento che le parti descrittive sono sempre intervallate da descrizioni anedottiche, quasi tutte dello stesso tenore (un giocatore che lavora con Rotella che fa un bel risultato) ma comunque abbastanza carine.
Il consiglio migliore che ci ho trovato: giocare sempre il colpo che si ha nella sacca e visualizzarne il risultato prima di tirarlo.


Ben Hogan
Ben Hogan's Five Lessons:
   The Modern Fundamentals of Golf
Simon & Shuster
ISBN: 0671612972

Questo libro, che risale al 1957, è la raccolta in un'unica pubblicazione di una serie di 5 articoli scritti da Ben Hogan con due giornalisti per Sport Illustrated. In questi 5 articoli Ben (che, per coloro che non lo sanno è considerato il miglior giocatore americano di tutti i tempi [per gli americani poi è anche il miglior giocatore del mondo, ovviamente gli inglesi la pensano diversamente]) riassume tutto quello che sa sullo Swing del Golf.
E parte da un assunto basilare: chiuque non sia affitto da problemi fisici è in grado di giocare con regolarità sul filo degli 80. Ora l'assunto è anche forte, però quello che segue fa di tutto per dimostrarlo. In 5 articoli vengono spiegati, probabilmente con una chiarezza ancora impareggiata dopo 40 anni di libri sull'argomento, tutti i meccanismi dello Swing. Il tutto è accompagnato da una certa atmosfera "old style" (disegni invece di foto, riferimenti all'epoca) ma viene da domandarsi se in 40 anni non sia veramente cambiato nulla.
E la risposta è che in effetti non è cambiato nulla, lo swing del 57 sarebbe attualissimo anche con i materiali di oggi (e qualcuno può anche pensare che, visto che la media colpi sul campo non cala in modo significativo anche i materiale del 57 andrebbero poi bene!) e le cose illustrate da questo libro rimangono assolutamente da sapere.
Credo che in tutti i campi esistano dei "classici": questo libro probabilmente è "il classico" per eccellenza per quello che riguarda il Golf e dovrebbe essere una lettura obbligatoria, soprattutto perché accompagna sempre a tutte le spiegazioni un perché razionale che vi fa capire non solo come si fanno le cose (ed i risultati di Hogan dovrebbero essere sufficienti a provare che dice cose giuste) ma perché si fanno.
Uniamo questi fattori al costo ridottissimo (anche perchè è un librino piccolino) e praticamente non ci troviamo di fronte ad una lettura consigliata, ma veramente obbligatoria.
Il consiglio migliore che ci ho trovato: le prime 15 pagine dedicate al Grip, che mi hanno fatto capire il perché si impugna così.